Le Pubblicazioni

Attribuzione al Giorgione del David e della Giuditta

Attribuzione al Giorgione del David e della Giuditta
affrescati nel Duomo di S. Maria Assunta di Montagnana

di Leone Parolo, edizioni Arte Stampa.


Quest'opera, che viene edita come QUADERNO N° 12 del Centro di Studi sui Castelli di Montagnana, riporta, riveduto ed ampliato, il contenuto dello studio divulgato dall'Autore in data 26 luglio 1991 .

Il libro propone una serie di argomentazioni in favore dell'attribuzione a Giorgio da Castelfranco, detto Giorgione, di due affreschi scoperti ancora nel 1931 all'interno del Duomo di S. Maria Assunta di Montagnana durante i restauri che ebbero luogo in occasione del cinquecentesimo anniversario della fondazione di questo tempio.

Le figurazioni, che rappresentano Davide con la testa di Golia e Giuditta con la testa di Oloferne, furono ritenute subito di eccezionali qualità formali, evidenti nonostante i guasti del tempo, ma l'attribuzione dei due affreschi, tuttavia rimase irrisolta.

Spunto stimolante per la ripresa di un'analisi volta ad individuarne la matrice autografa, venne, nel 1978 (ricorrenza del quinto centenario della nascita del Giorgione), in seguito al riconoscimento inoppugnabile di una veduta di Castel San Zeno di Montagnana compiuto da un team di studiosi del Centro di Studi sui Castelli nei confronti del paesaggio turrito ritratto dietro la figura di pastorello che sta in primo piano nel celeberrimo disegno a sanguigna conservato al Museo Boymans Van Beuningen di Rotterdam: disegno che la critica ha sempre concordemente attribuito al grande artista rinascimentale.

La veduta risulta inequivocabilmente ripresa dal vero e si pone come prova della presenza fisica dell'esecutore in questa piccola ma antica città, un tempo dimora di alcune delle più illustri famiglie dell'aristocrazia veneziana.

Il rimarchevole dato biografico, così emerso, segnò il punto di partenza per lo studio che il prof. Leone Parolo, socio collaboratore di questo Centro sin dal 1954, portò avanti per diversi anni dopo una prima sommaria enunciazione dell'ipotesi di attribuzione pubblicata nel 1978.

Il lavoro dello studioso, maturato nell'ambito di questo sodalizio culturale, perviene ad acquisizioni critiche incisive e concatenate le quali mettono in evidenza, nei due affreschi, caratteristiche formali e stilistiche incontestabilmente appartenenti al linguaggio ed ai modi pittorici del Giorgione. Risulta così alquanto sdrammatizzato l'impatto, fortissimo a tutta prima, che la prospettiva di un ritrovamento di due affreschi autografi del famosissimo artista veneto produce nella coscienza culturale di quanti si rendono pienamente conto della portata che un evento del genere può avere nei riguardi della storia dell'arte e del patrimonio artistico universale.

Le reazioni positive di alcuni fra i più quotati critici italiani del momento, stanno rafforzando l'audace tesi che conferisce al DAVIDE e alla GIUDITTA del Duomo di Montagnana una polarità tale da renderli meritevoli del più attento interesse.